..:: Lorenzo e Claudia ::..
CLAUDIA e LORENZO hanno conosciuto l'O.M.G. da giovani, al tempo del liceo, e da subito si sono lasciati conquistare dal sogno di spendere la propria vita interamente per gli altri.
Nel 2004 Claudia parte per il Perù dove si ferma 4 mesi, Lorenzo invece va nel 2006 e si ferma 8 mesi. Nel 2007 una volta sposati hanno continuato il loro impegno con l'OMG insieme alla loro numerosa famiglia.
Nel 2014 decidono di partire per il Perù, per la missione di Tomanga, dove hanno cercato di rispondere ai bisogni concreti dei campesinos che venivano a bussare alla loro porta.
Dal 2016 vivono a LIMA dove gestiscono una casa di 40 giovani studenti universitari provenienti dalla sierra andina, la CASA ARGENTINA. L'intento è quello di permettere a questi giovani, con poche possibilità economiche, di studiare, cresce e vivere in un contesto accogliente e familiare senza dimenticare da dove provengono e l'importanza di aiutare chi ha meno di loro. Qui vivono e operano insieme ai loro figli Anna, Marta, Margherita, Cesare, Pietro, Maria, Giulia e Giuseppe.
Per inviare offerte a Claudia e Lorenzo è possibile farlo via bonifico attraverso l' Associazione Don Bosco 3A, Odv - Onlus di diritto
c/o Unicredit Banca, Agenzia Forlì Stadium, piazza Falcone e Borsellino
IBAN: IT 46 O 02008 13202 000010277292 (dopo IT46 c'è la lettera O di Otranto)
Nella causale indicare:
" contributo per LORENZO E CLAUDIA - Lima Perù "
Per avere conferma che abbiamo ricevuto la donazione inviare la mail a info@omgroma.com .
Da una lettera di Claudia:
«Carissimi,
ho aspettato un po' prima di scrivere e dare nostre notizie, ma il pensiero a voi, a Villanova è qualcosa di costante, che ci accompagna ogni giorno. A volte è solo sapere chi siamo, la nostra identità, a volte è proprio una forte nostalgia dei nostri posti, delle nostre persone, di tutte le cose belle che abbiamo vissuto.
Ormai sono alcuni mesi che siamo a Tomanga, un posto molto bello, a 2800 m di latitudine, che però a queste latitudini (siamo vicini all'Equatore) offre un clima davvero piacevole, come una primavera inoltrata a Roma. Siamo molto isolati: il primo centro abitato con negozi e Internet è a due ore e mezzo a piedi. Siamo immersi in una natura grandiosa: montagne, fiumi, torrenti e una miriade di piccoli villaggi di fango, dove vivono tante famiglie molto numerose e molto povere. Non è facile spiegare bene tutte le cose che si fanno qui, n&ecute; come si fanno, n&ecute; il perché sono il frutto di una lunga storia iniziata molto prima del nostro arrivo.
Noi viviamo in una casa molto grande, perché oltre ad essere una missione è anche una casa per ritiri. Pure a causa di questo particolare, noi qui ci troviamo ad essere il punto di riferimento per questa gente per tutta una serie di esigenze: sanitarie, assistenziali, lavorative, educative ed anche religiose.
Abbiamo una lista con 130 nomi di persone che ogni mese vengono a ritirare 10 Kg di viveri tra pasta, riso, zucchero, farina e olio; sono scelti tra i più poveri: vedove con figli, vecchietti abbandonati, persone ritardate. Poi ogni giorno è una scommessa: riusciremo ad aiutare? La gente viene alla porta, si siede nel cortile e aspetta; io quando li vedo trasalgo perché non so mai cosa c'è dietro quell'attesa.
Alcuni ti chiedono di dargli lavoro, altri viveri, altri i quaderni per la scuola, c'è chi ha bisogno di essere visitato, chi ha bisogno che lo aiuti a rifarsi la casa che gli sta crollando. Però ci sono alcuni che ti raccontano le loro storie così disperate che tu vorresti solo scappare via, in Italia, il più lontano possibile da tutte queste sofferenze.
Questa settimana è stata durissima: lunedì una famiglia ci ha portato una bambina di un anno e mezzo che si era ustionata, ce l'hanno portata che era incosciente e correndo con la jeep verso l'ospedale è morta tra le braccia del suo papà. Ieri è venuto un signore che ha un figlio nato prematuro in un ospedale in città e ormai ha finito tutti i soldi per
pagare le spese sanitarie. Piangeva. Stando qui mi rendo sempre più conto di quanto questa gente abbia bisogno, mi chiedo come farebbe senza la nostra presenza ed in me crescono paralleli due sentimenti: uno è la commozione per i loro bisogni e per le loro sofferenze, e
l'altro è la paura ed il rifiuto: "Non ce la faccio a caricare il peso delle loro vite". In questi momenti soprattutto penso ai ragazzi dell'Operazione Mato Grosso che lavorano per i poveri, penso a voi e a tutte le persone che ci hanno sostenuto nella partenza, siamo
qui anche per tutti loro, siamo i loro occhi e siamo le loro braccia, siamo qui perché loro possano aiutare questi poveri. E tiriamo avanti.
Confidiamo nel vostro aiuto.
Stateci vicini, pregate per noi.. »